Lista e Candidati

Gianni Tapinassi

Sento che è giunto il momento di dare un contributo tangibile ad una professione che molto mi ha dato, ma sta attraversando una fase di transizione e di profondo (e talvolta doloroso) rinnovamento

Sono iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti di Firenze dal 1993, dopo essermi laureato alla facoltà di Economia e Commercio di Firenze. Già dalla metà degli anni ’80, tuttavia, collaboravo con il dott. Carlo Brogioni, che mi ha trasmesso una passione profonda e sincera per la professione, nonché l’orgoglio di appartenere ad una categoria che si è sempre contraddistinta per l’elevato livello culturale, la forte spinta etica e l’indipendenza di pensiero.

Nel 1995 mi sono iscritto all’Unione Giovani Dottori Commercialisti, nella quale ho vissuto alcuni anni di grande impegno su temi cruciali, quali la difesa del ruolo e delle prerogative dei colleghi più giovani, la valorizzazione delle competenze e l’unificazione degli albi.

Ho avuto l’onore (e anche l’onere) di presiedere l’UGDC Firenze dal 2000 al 2002, in un momento denso di cambiamenti e di sfide professionali. Successivamente mi sono dedicato pressoché esclusivamente all’attività professionale, che ho svolto (e svolgo tuttora) in uno studio associato.

Mi occupo prevalentemente di consulenza alle imprese, e ricopro oramai da oltre 25 anni la funzione di ausiliario del Giudice in qualità di curatore, commissario giudiziale e liquidatore; svolgo anche l’attività di sindaco e revisore legale, oltre che di custode e delegato nelle esecuzioni individuali.

Ho sempre pensato – e ne sono tuttora profondamente convinto – che lo studio costante e l’approfondimento dei temi giuridici, aziendali ed economici siano il tratto distintivo della nostra categoria ed anche l’unica risorsa che ci consente di competere in un mercato – quello dei servizi professionali – che soffre di una deregulation selvaggia e che è caratterizzato da opacità e distorsioni.

Ho dunque sempre dedicato grande attenzione al tema della formazione, partecipando attivamente alle iniziative dell’Ordine e della Fondazione, offrendo il mio contributo a varie Commissioni di studio.

Sono Vicepresidente del Corso sulle Procedure Concorsuali della Fondazione ed in tale veste ho avuto il piacere di coordinare due gruppi di lavoro che si sono occupati dell’accertamento dei crediti tributari nel fallimento e della liquidazione dell’attivo nella liquidazione giudiziale; sono occasioni di confronto vivaci e proficue e molte delle persone con cui ho condiviso queste esperienze sono adesso compagni di questa nuova avventura.

Nonostante la mia militanza nel mondo associativo, non mi sono mai candidato per il Consiglio dell’Ordine. Se stavolta ho deciso di farlo è per molte buone ragioni. Intanto perché la lista fa capo all’amico Enrico, che è mio coetaneo e con cui ho condiviso buona parte del percorso universitario, prima e dell’attività professionale, poi. Inoltre, perché conosco ed apprezzo molti degli altri candidati, a cui mi lega una lunga amicizia ed una visione comune riguardo al futuro della nostra categoria. Ma soprattutto perché sento che è giunto il momento di dare un contributo tangibile e non episodico ad una professione che molto mi ha dato, ma sta attraversando una fase di transizione e di profondo (e talvolta doloroso) rinnovamento.

Il programma che abbiamo redatto – sempre aperto ovviamente a nuove proposte e suggerimenti – incarna perfettamente questa esigenza di crescita e di cambiamento, ma anche di recupero delle energie, delle esperienze e delle competenze di tutti gli iscritti.

In tale prospettiva, ci proponiamo di creare – non in via sporadica, ma in maniera stabile e sistematica – gruppi di lavoro per lo studio e l’approfondimento di tematiche di interesse professionale, che da un lato forniscano utili strumenti di lavoro a beneficio di tutti i colleghi, e dall’altro favoriscano le occasioni di confronto e condivisione, incrementando le forme di aggregazione tra colleghi ed aprendo, auspicabilmente, nuove opportunità professionali in campi e settori oggi trascurati o non sufficientemente esplorati.

Confidiamo che questo rinnovato (e ritrovato) entusiasmo spinga molti colleghi – ed in particolare i giovani – a varcare le porte dei propri studi e a ritrovare il gusto del confronto, dello scambio e della crescita sia come individui che come categoria.

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